Andrea Orecchioni (ristorante La Scogliera): “In Sardegna, ma più genericamente in Italia, la cultura della cardioprotezione sta iniziando ad affermarsi”.
Sono positive e propositive le parole di Andrea Orecchioni, imprenditore e titolare del Ristorante La Scogliera, nel nord dell’Isola di La Maddalena, sulla Baia di Porto Massimo. Un’attività, quella di ristoratore, che gli dà la possibilità di confrontarsi con tanti turisti, soprattutto di tante parti del mondo”.
Il suo osservatorio, riguardo alla cardioprotezione, è quasi “esclusivo”…
“Tenga presente che anche se ci si può arrivare via terra, solo il 2% circa arriva così da noi. Al 98% arriva dal mare attraverso barche più o meno grandi e yacht. Il 2% rappresenta di fatto circa una quarantina di ospiti a stagione, dunque il restante è una clientela di alta fascia. E se pensa che l’85% dei nostri clienti sono stranieri questo micro-mondo internazionale, sul versante della cardioprotezione, mi ha confermato che loro sono più avanti di noi”.
Come è nata l’idea di dotare la sua struttura di un defibrillatore?
“Come detto prima, è un locale molto frequentato a livello internazionale, con i grandi yacht, e ho pensato fosse giusto acquistare qualcosa e metterlo a disposizione nel nostro ristorante per qualsiasi tipo di emergenza. Volevo dare sicurezza e garanzia ai nostri ospiti. Logicamente spero che non si debba mai usare, e se c’è bisogno magari il più tardi possibile, almeno con la coscienza siamo tranquilli”.
E’ un problema di età dei clienti?
“Non è certo una questione anagrafica. Il cliente medio da noi va dai 25 anni ai 70. Ho deciso di cardioproteggere ‘La Scogliera’ soltanto perché ritengo sia un qualcosa che un locale sardo molto importante deve avere. Esattamente come ogni struttura alberghiera dovrebbe possedere”.
Perché c’è oggettiva difficoltà nel far comprendere l’importanza della cardioprotezione?
“Perché esiste molta ignoranza, manca la cultura in Italia, e probabilmente la maggior parte non vuol spendere quei pochi soldi che occorrono per acquistare questo importantissimo macchinario. Da quello che mi risulta Sta anche uscendo una norma di legge che vincola l’acquisto di questo macchinario. Così come esiste nelle Associazioni Sportive è giusto che anche le attività ricettive lo abbiano”.
Come ha contattato Simona Buono?
“E’ amica mia da diversi anni, l’ho conosciuta a Poltu Quatu e da allora è nata un’amicizia vera e sincera. Si è confermata grande professionista e ho deciso di unire l’amicizia alla professionalità, facendomi fare una consulenza da lei che mi ha fatto capire l’importanza della cardioprotezione. Simona ha un modo assolutamente elegante e diretto la si può chiamare a qualsiasi ora un valore aggiunto per chi come me ha degli orari particolari. Mi piace la sua idea del posizionare il Defibrillatore ( e lei distribuisce il top della cardioprotezione mondiale ) con un cartello dedicato e questa bellissima e coloratissima teca arancione “BardollHeart” che mette più allegria e meno distanza verso la tematica della sicurezza. Anzi, se posso, vorrei dare un consiglio a tutti: Ritagliate un piccolo pezzettino del vostro budget per dedicarlo a fare questo acquisto, perché qualunque cosa capiti, noi titolari di attività commerciali salviamo vite umane”.