Tony Cardella (ASD KILROY TEAM PALERMO): “Tanta ignoranza in giro, ecco perché la consulenza di Simona Buono fondamentale per una cardioprotezione all’avanguardia”
La cardioprotezione è fondamentale, ma mi sorprende il livello di ignoranza in giro, soprattutto se a confermarlo ci si mettono pure i medici. Senza giri di parole Tony Cardella, titolare e presidente dell’ASD Kilroy Team di Palermo, critica la scarsa conoscenza in materia legislativa e sociale sulle modalità di acquisto e di utilizzo dei defibrillatori, dal primo luglio obbligatori per tutte le Associazioni Sportive Dilettantistiche.
Ci voleva una legge per far capire quanto sia importante cardioproteggere le strutture sportive?
“Sono pienamente d’accordo. Ovviamente non si doveva arrivare al Decreto attuativo, perché avere un defibrillatore vuol dire salvare vite umane. Posso capire che oggi, in momenti di crisi, se qualcuno può risparmiare qualche soldo non si mette problemi, ma è innegabile che l’investimento che si fa in salute e in sicurezza è impagabile. Parlo per la mia esperienza: quando in passato mi sono informato perché volevo installare nella mia attività il macchinario, mi sono sentito rispondere di pagamenti in anticipo, e magari l’intera cifra. Non è una questione solo economica, ma anche temporale: ho aperto il 12 settembre dell’anno scorso e chiunque sa che le spese non sono poche quando si parte da zero”.
E poi che è accaduto?
“Ho incontrato Simona Buono, il cui contatto l’ho avuto direttamente dall’MSP siciliana, che si è dimostrata professionale, affabile, gentile e disponibile. E, per quel che mi riguarda, soprattutto veloce. Pensi che in tre giorni abbiamo chiuso il contratto che mi dà anche la possibilità di rateizzare e di ammortizzare il costo con facilità”.
Che tipo di attività fate in palestra?
“Abbiamo un’Accademia di arti marziali. Facciamo discipline di sport da combattimento: Kick Boxing, karate, kung Fu, Capoeira, Ju Jitsu, Boxe, solo per citare le principali. Per aver aperto meno di un anno fa abbiamo superato i 400 tesserati, e possiamo ritenerci soddisfatti. E cardioproteggere i nostri associati mi ha reso ancor più orgoglioso, soprattutto perché ho fatto il corso BLSD da quattro anni e da 38 insegno arti marziali a persone di tutte le età, anche i più anziani”.
In Sicilia c’è stato un intervento della Regione, magari con un contributo per agevolare l’acquisto del DAE?
“Che io sappia no, ho chiesto al Comune di Palermo, ma mi è stato risposto che in passato c’è stato. Per il resto devo rammaricarmi, ma esiste poca sensibilità a livello Istituzionale. L’esempio lampante è stato qualche giorno fa, in un Villaggio che ha piscina, campi da tennis, ed è un’Associazione non riconosciuta e non un ASD. Venerdì scorso è morta una signora in acqua che ha avuto arresto cardiaco. Per carità ,magari sarebbe deceduta lo stesso, ma è nata la polemica che nella struttura non c’era defibrillatore. I responsabili si sono giustificati dicendo che la legge non obbliga le Associazioni non riconosciute ad averlo, ma mi ha colpito molto l’ignoranza. Hanno detto che non vogliono spendere 3000 euro – ed è una bugia perché costa molto di meno – che devono spendere per fare il corso BLSD, e mi ha sorpreso soprattutto perché a dirmi questo è stato un medico. Non le dico il resto delle giustificazioni: non è detto che lo sappiano usare, potremmo avere problemi, se poi lo usa qualcuno l’assicurazione non paga….Insomma, ci vorrebbe maggiore informazione”.
Quale ricetta?
“Credo che il Coni debba mandare una circolare a tutti gli Enti Sportivi, anche le Associazioni Culturali, magari quelle palestre cammuffate dove si fa – ad esempio – yoga, per spiegare l’importanza della cardioprotezione anche se non rientrano nell’obbligatorietà del Decreto Balduzzi. Bisogna aprire gli occhi”.