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Alberto Borsetti, presidente Msp Sardegna: “Anche lo sport amatoriale insieme al progetto di cardioprotezione di Simona Buono”

“Il Movimento Sportivo Popolare è un Ente di Promozione all’avanguardia, e che da subito ha puntato sulla cardioprotezione e sulla prevenzione”: parole di Alberto Borsetti, Presidente MSP Sardegna, il movimento nato nel 1984 che lo vede alla guida praticamente (o quasi) fin dagli albori, dato che è in carica dal 1993.

 

Quanto è importante coniugare attività sportiva e cardioprotezione?

“Non solo è importantissimo, ma fondamentale. Perché essendo noi un Movimento di tipo amatoriale, non abbiamo tra i nostri associati ragazzini, ma gente – per così dire – di una certa età. Ci preoccupiamo perché coloro che fanno attività sportive con noi, che siamo un Ente di Promozione Sportiva, si sottopongano a visite mediche non agonistiche. Ma la verità è che per chi non è più così giovane, far tanto sport serve anche a risparmiare sui costi sanitari, visto che chi fa sport – ed è ampiamente dimostrato – ha meno malattie.”.

 

Come vi siete comportati con questa tematica così importante, complessa e delicata?

“Come Ente di promozione solitamente avvisiamo tutte le nostre società e le Associazioni che ci sono i corsi per defibrillatori BLSD (basic life support – defibrillation, ndr), e senza essere troppo autoreferenziali ne abbiamo fatti tantissimi. Poi il CONI, con una convenzione con l’Assessorato alla Sanità della Regione Sardegna,  per corsi PSSD (pediatric basic life support – defibrillation, ndr), dando una base ulteriore. Basti pensare che fino ad oggi nei tre corsi istituiti, con 24 partecipanti ammessi, siamo stati gli unici in Sardegna come Ente a farli tutti e a completare il numero di partecipanti.  Ad oggi sono già arrivate le circolari per informare le Società a luglio che è obbligatorio l’acquisto del defibrillatore, senza più alcuna scadenza. Il messaggio è chiaro, ed è per questo che stiamo ricevendo tantissime telefonate per acquistare il defibrillatore, e il nostro compito è quello della sensibilizzazione”.

 

E’ così difficile sensibilizzare?

“Da quando è uscito il decreto, sono tutti spaventati del controllo delle palestre, col rischio eventuale di multe o di chiusura da parte delle Pubbliche Autorità. Noi prima corsi abbiamo organizzato i corsi BLSD, poi abbiamo sollecitato l’acquisto dei defibrillatori. Poi, visto che è stata rimandata la circolare che stabilisce che a luglio scade il termine entro il quale ci si deve dotare del macchinario, abbiamo avuto altre telefonate e lettere per altri defibrillatori. E con la Regione che dà un finanziamento non ci sono più scuse, regalando un qualcosa in più ad una società. Credo che sia necessario inculcare la cultura della cardioprotezione. Quando ci telefonano e chiedono ce ne accorgiamo. Perché chiedono come mai il Comune non lo faccia, ma un’Amministrazione affitta alla Società la palestra, non compra il defibrillatore. Lo può fare per metterlo all’interno di una scuola. Molti lo stanno capendo solo ora. La verità è che avere un defibrillatore è importante dappertutto, anche nelle spiagge dove si fa dello Sport.

 

Quante sono le Società affiliate Msp in Sardegna?

“Come MSP Italia abbiamo 975 società in Sardegna. Noi copriamo tutte le discipline sportive, ma una gran parte di questo esercito di atleti amatoriali si dedica principalmente al fitness, poi alla danza e solo successivamente – dato che fa riflettere – al calcio. Si tratta comunque di grandi numeri”.

 

Cosa riserva il futuro?

“Il CONI Nazionale ci chiede 24 persone per i Corsi, e non è stato facile, ma li abbiamo trovati. Come detto, abbiamo partecipato a tutti e 3 i Corsi finora organizzati, solo l’Hockey su prato ne ha fatto uno intero da solo. Nessun altro ha fatto come noi, il segreto è la sensibilizzazione.  Perché ritegno indispensabile che non ci sia l’esclusiva di un solo responsabile del funzionamento del defibrillatore. Ad esempio in palestra, uno la mattina e uno la sera, per essere sicuri che ci sarà sempre qualcuno che potrà intervenire”.

 

Come ha sposato il progetto di Simona Buono?

“Quando le hanno fatto il mio nome, Simona mi ha contattato e si è messa a disposizione. Il responsabile Msp che c’era prima mi ha fatto il suo nome e devo dire che è stato di parola: Simona ha passione, competenza, e quando abbiamo fatto la prima chiacchierata abbiamo trovato subito l’unità di intenti. Anche perché il costo di un defibrillatore non è alla portata di tutte le Società sportive dilettantistiche, ma Simona si è messa subito a disposizione e con una chiacchierata abbiamo trovato le condizioni affinché tutti possano essere messi in condizione di permettersi un defibrillatore a condizioni accessibili”.

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