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Anche il ristorante/pizzeria Nora Beach Palm cardioprotetto grazie alla consulenza di Simona Buono

Nessun titubanza: meglio investire in cardiosicurezza che comprare roba inutile. Un “mantra” ripetuto ad alta voce da Maria Gabriella Pirinu, titolare – assieme alla sorella Maria Assunta (nella foto) – del ristorante/pizzeria Nora Beach Palm. Pensieri che diventano anche consigli per gli altri imprenditori.

Come è nata l’idea di cardioproteggere la sua attività commerciale?

“Ho pensato che fosse assolutamente importante, non c’è stato nessun input da altrove. Le dirò di più, avevo già dall’anno scorso l’idea di cardioproteggere il locale, poi per un motivo o per un altro l’ho messo in un cassetto. L’ho riaperto questo inizio di estate. Mi sentivo di farlo, pur non avendo l’obbligo e oggi mi sento contenta. Non è certo una questione di età, la struttura è frequentata da tutti, abbiamo un bar ristorante e pizzeria, e da noi vengono tutti, dal bambino piccolo insieme alla propria famiglia fino alle persone anziane”.

E’ vero che in Italia manca la cultura della cardioprotezione?

“Sono convinta anche io che manchi, eccome. Certo, cardioproteggere una struttura è comunque una spesa che in questo periodo di forte crisi non è certo una passeggiata di salute, ma qui entra in gioco la coscienza di ognuno di noi. Per molti se non è obbligatorio per legge non lo fanno. Io non mi sono sentita obbligata e ho deciso di comprare il defibrillatore, facendo una scelta con il cuore e per il cuore. La mia decisione è maturata, come detto, già dall’anno scorso. Parlando in casa con mia sorella, che insieme a me è socia dell’attività, ho pensato che sarebbe stato meglio per questa stagione evitare spese inutili, magari il cellulare di ultima generazione, per far qualcosa per il prossimo. Allora insieme abbiamo dato il via libera per effettuare questa spesa, l’acquisto di un defibrillatore, che nella vita non si sa mai”.

L’acquisto di uno strumento del genere è un bel gesto…

“E’ un gesto che serve per tutti. Un defibrillatore può salvare vite umane, senza distinzione. Logicamente mi auguro di non doverlo mai utilizzare ma sappiamo di averlo ed è meglio così. Mi permetta di dare un consiglio a chi ci legge: non ci devono essere titubanze per salvare vite. Si spendono tanti soldi inutilmente, spesso per comprare capricci. Meglio comprare strumenti che possono salvare vite umane, e il defibrillatore lo è”.

Come ha conosciuto Simona Buono?

“L’ho conosciuta tramite Danilo Cacciuto del Villaggio ’88, con il quale sono amica da tanti anni al quale anche lui ha affidato a Simona più di una consulenza. Ragionando assieme a lui sull’idea di cardioproteggere lo stabilimento mi ha messo in contatto proprio con Simona. Dunque sono stata io a chiamarla, ma fin da subito si è dimostrata persona simpaticissima, alla mano, e in gamba con competenza professionale impeccabile. Oggi posso dire che dal rapporto professionale si è instaurata un’amicizia. Le consulenze di Simona sempre attenta, disponibile tutti i giorni e a tutte le ore, sono una rarità. Auguro a Simona tutti i riconoscimenti che sta ottenendo”.

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