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Cagliari. Il DAE di Simona Buono arriva anche nella palestra di Taekwondo di Alessio Giacomini

“Per la cardioprotezione ho dovuto studiare grazie anche alla superprofessionale consulenza di Simona Buono” spiega il maestro di cintura nera 7° Dan

Più defibrillatori per tutti. Parafrasando un vecchio spot elettorale potrebbe essere questo lo slogan coniato da Alessio Giacomini, Maestro Cintura nera 7° Dan di Taekwondo ma soprattutto fondatore, presidente e direttore tecnico dell’A.S.D.C. “A.Giacomini” di Cagliari. Le arti marziali per lui non sono certo un mistero, dopo oltre 30 anni di attività, ma il settore della cardioprotezione è diventato – suo malgrado – un terreno da studiare meglio e soprattutto da difendere.

Avere un defibrillatore nelle strutture sportive come la vostra è importante?

“E’ fondamentale, ma non può e non deve essere limitato a una palestra o a qualunque Associazione Sportiva Dilettantistica. Oggi le stesse A.S.D. si preoccupano di cardioproteggere le loro realtà perché vogliono essere – ovviamente – in regola con le normative. Noi stessi lo abbiamo pensato appena è stato emanato il Decreto Balduzzi”.

E poi che è accaduto?

“Ho studiato, mi sono informato, grazie anche alla superprofessionale consulenza di Simona Buono: ho scoperto un mondo totalmente nuovo. Ne stavo parlando proprio ieri con qualche genitore. Ogni scuola, ad esempio, dovrebbe averne più di uno, e non solo dove si svolge attività fisica”.

Perché questa riflessione?
“Con tutto quello che si sente in giro, ragazzi nei campetti di calcio che hanno problemi al cuore, adulti che improvvisamente si accasciano e così via, credo che in una scuola sia il minimo indispensabile. Ma ve lo immaginate se accade un episodio del genere a un ragazzino che magari si trova a scuola? Andare in palestra, prendere il defibrillatore, riportarlo in aula e attivarlo: credo che sia concreto il pericolo di perdere una vita umana. Se ci fossero più defibrillatori, magari in ogni corridoio di scuola, si salverebbero vite umane con percentuali molto alte”.

Mi pare di capire che non è un discorso di età, giusto?

“Glielo dico io che abbiamo in palestra pochissimi adulti, e al massimo non superano i 30 anni e forse nessuno di loro svolge attività agonistica. Abbiamo cardioprotetto la nostra struttura anche per maggiore sicurezza verso i ragazzi – loro si che sono agonisti – e per far star più sereni i loro genitori, ma logicamente speriamo che non si debba mai usare”.

Come è entrato in contatto con Simona Buono?

“Abbiamo avuto il contatto attraverso un ex atleta che è attualmente un dirigente della mia Società. In pratica giochiamo in casa. Ci siamo ritrovati con lei a parlare di amici in comune, ed è stato un attimo: abbiamo trovato la sintonia giusta e si è dimostrata professionale, preparata e di saggi consigli. Siamo riusciti a cardioproteggere la nostra realtà con il defibrillatore a noleggio, e per noi – che andiamo avanti con poche risorse – è un modo ottimale per coniugare le esigenze della Società con quelle indispensabili del salvaguardare le vite umane. A Simona ora chiederemo una mano per seguire i corsi BLSD”.

Ufficio stampa
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